Le tre abilità da sviluppare




Farò il tentativo di descrivere le tre azioni da imparare per diventare l’ascoltatore universale.


L’abilità dell’ascolto circolare consiste nel saper distinguere i frammenti in cui la musica con andamento ciclico è divisa e di mettere in relazione ogni cellula, ogni pattern con il precedente. Sensibilità ad unità che si ripetono ma variano nel tempo. La forma più breve come esempio è data da due cicli, domanda e risposta, come i canti delle piantagioni.

Who’s that writing? (Domanda)
John the revelator. (Risposta)

È l’unica compatibile con la distrazione continua.
Anche se non è immune dalla complessità (poliritmia, microritmi, polifonia con armonie pesanti).
Una complessità frammentata, i discorsi si interrompono e si ripetono.

 

L’abilità dell’ascolto orizzontale consiste nel tenere memoria di tutto quello che è successo dall’inizio del brano. La ripetizione non ci aiuta, dobbiamo concentrarci sul seguire dei discorsi che raramente fanno punto e a capo.
È la più difficile.

In particolare seguire più discorsi indipendenti dall’inizio alla fine stratificati, in genere c’è complessità  (polifonia, contrappunto, polimetri). Richiede attenzione e concentrazione.
Ma non pensate che sia così aliena e distante dalle masse, in fondo i Dream Theater hanno un loro seguito...


 


L’abilità dell’ascolto verticale consiste nel distinguere tutti i suoni simultanei e scinderli. Non ascoltate do maggiore, ascoltate le singole note do mi sol come se fossero separate e potete mettere in relazione le tre note singole con quelle dell’accordo successivo, anche queste scisse. Non vorrei dire una fesseria, ma questa cosa nel jazz si chiama voice leading. Se i suoni non sono simultanei e l’armonia è sottintesa da scale o linee melodiche ricadiamo nell’ascolto orizzontale o circolare polifonico e non in quello verticale. Con l’eccezione di arpeggi veloci e basso albertino, in cui una parte del lavoro (scindere i suoni) viene gratis, ma la successiva (mettere in relazione con l’accordo successivo) no, per cui (empiricamente) ho verificato che usiamo l’ascolto verticale.
Che succede quando usiamo l’ascolto verticale su un suono molto distorto di chitarra o sintetizzatore o su un piatto di batteria pestato da un musicista rock?
Non distinguiamo 3 note, ma mille microtoni casuali e quindi si prova fastidio. Si percepisce rumore.

Non è la più difficile, ma la più gratificante.
Richiede concentrazione alta, ma limitata alla frazione di tempo in cui l’accordo o l’arpeggio vengono eseguiti. C’è la possibilità di fare pause ed ha il miglior rapporto fatica/piacere di tutte.


Infatti la cosiddetta musica leggera, nell’accezione italiana del termine, si ascolta con l’orecchio verticale. Anche se con l'avvento della trap e dei tormentoni estivi latini, anche la classifica dei singoli italiani è dominata dall'ascolto circolare.


 

Per capire il jazz è indispensabile essere forti sia nell'ascolto circolare che in quello verticale.
Per capire la musica classica è necessario sviluppare sia l'ascolto orizzontale che verticale.
Per capire il rock classico, la musica etnica e una parte del minimalismo bisogna essere forti nell'ascolto circolare.

Quindi tanto vale imparare tutto...

Il metodo ascoltaepentiti nella sua versione definitiva (in sviluppo dal 2018) consiste nell'ingannare il vostro cervello, proponendo musiche che "sembrano fatte in un modo", in particolare adatte all'ascolto circolare che è quello più pigro, ma in realtà sono fatte per l'ascolto orizzontale o verticale.


Per esempio Maria Maria di Santana allena l'ascolto orizzontale, The man who sold the world allena l'ascolto verticale (nella versione di Bowie la verticalità è più evidente, in quella dei Nirvana è più offuscata), anche se "appaiono" circolari (ma è una illusione, il contenuto emozionale è nelle altre direzioni).


 
 


 

Le prime routine che ho progettato, dal 2003 al 2013, avevano come unico scopo insegnare l’ascolto verticale. Il metodo nasce quindi come  fazioso ed alla base di questo c’era un’idea di intrinseca superiorità della musica classica del 1800, della seconda scuola di Vienna e del jazz mainstream su qualunque altro genere. Era un metodo reazionario e ancora adesso in giro per il web questo sito ha la reputazione di essere post-Adorniano.
Nel periodo fra il 2014 ed il 2018 ho introdotto l’idea di poter scegliere l’obiettivo e il metodo ha assunto una chiara coscienza di sinistra come direbbe Guccini :)

L’idea era che un ascoltatore potesse apprezzare più generi, ma non contemporaneamente, perché il passaggio richiedeva ore o giorni. Un mese poteva avere l’orecchio per il rock, quello successivo per la musica classica eccetera... 

Solo a metà 2019 ho scoperto come rendere contemporanei i tre obiettivi e la cosa è stata casuale; non credevo fosse possibile.


Commenti

  1. Ci ho riflettuto a lungo: il basso Albertino coinvolge l'ascolto verticale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un esempio di basso Albertino è la canzone Street Spirit (fade out) dei Radiohead.

      Elimina

Posta un commento