Count of tuscany - Metropolis part I - Space dye vest

3) Dream theater - Count of tuscany (coda)


 


2) Dream theater - Metropolis part I


 


1) Dream theater - Space dye vest


 

In media i Dream theater allenano la 2 soprattutto, anche se c'è tanta roba in ognuno dei loro dischi, quando si è magniloquenti alla fine si usa tutto...

In particolare mi sono fatto persuaso che Kevin Moore avesse un'anima più blues/funky/soul, lo si vede soprattutto dai Chroma Key, ma anche da Space dye vest.
Mentre a Jordan Rudess sotto sotto piacerebbe dare più verticalità alla musica.

Per me la prima fase del reboot del sito finisce qui, magari tornerò a lavorarci più in là, ma ci tenevo a resettare tutto e riordinare le idee perché non ci si capiva più niente, dopo stratificazioni di anni di cambi di sistema ed esperimenti.

Ho espresso quello che avevo intenzione di dire, e ho messo anche molti esempi e video. Potete usarli come esercizi o anche ignorare tutto per non farvi influenzare dai miei gusti e le mie simpatie e seguire il succo:

per essere l'ascoltatore universale bisogna farsi l'orecchio per 

1) le musiche extraeuropee che si basano su un senso del ritmo diverso da quello della musica classica, soprattutto noi italiani siamo debolissimi in questo... quindi musica classica indiana, il gamelan, la musica africana, la musica caraibica, il blues eccetera eccetera: 

sensibilità all'andamento circolare della musica;

2) la musica antica e rinascimentale basata soprattutto su un concetto lineare del tempo e sull'interazione fra le linee (polifonia, contrappunto):

sensibilità all'andamento orizzontale della musica;

3) la musica classica romantica, soprattutto pianistica che si basa sulla prevalenza del discorso armonico nella forma di progressione di accordi:

sensibilità all'aspetto verticale della musica.

Se imparate a seguire questi tre aspetti della musica, non c'è limite a quello che potete ascoltare ... e anche delle musiche che già ascoltate migliorerà tantissimo la fruizione, perché non vi perderete nemmeno un dettaglio, una sfumatura, un suono.

Mentre creavo la routine dei Genesis mi sono reso conto di passaggi che non avevo mai apprezzato in vita mia, in brani che avrò ascoltato la prima volta nel 1999 o al massimo nel 2000.

Se ripenso alla prima versione del metodo del 2003, che poi ho rimesso online nel 2012, alla luce della nuova teoria, in pratica avevo un sistema che vi faceva imparare solo la 3 e usava come principio fondante l'astinenza dalla 1 e dalla 2, in pratica un supplizio. E anche quelli che chiamavo gradi di percezione (primo, secondo e terzo) somigliavano vagamente a questi tre aspetti della musica. Diciamo che la conoscenza intuitiva che ci fossero tre tipi di musica o di ascolto ce l'ho avuta fin dal 2003 circa... era capire la natura il problema, perché non è la complessità come avevo pensato all'inizio; l'idea di Proust e Levi-Strauss sugli infiniti gradi di percezione incompatibili, basati sulla quantità di informazione, che io avevo discretizzato a tre era priva di fondamento.

Poi fra il 2013 ed il 2014 avevo pubblicato un sistema che dava tanta importanza anche alla 2 (seguire le linee) e iniziato i primi claudicanti esperimenti di playlist "neutralizzanti" (la pillola neutra per chi ha comprato il libro o seguito il sito in quel periodo).
Lontano dal blog fra il 2016 ed il 2017 ho elaborato dei trucchi/esercizi che mi permettevano di apprezzare molto la black music, il blues, il rock classico. 

E nel 2018 ho iniziato ad elaborare il nuovo sistema, leggendo soprattutto articoli di etnomusicologia on line.
Avevo inventato 3 categorie nella nuova versione inglese del sito (Western, Folk, Minimal) per poi rendermi conto che Minimal a volte era Western a volte era Folk (e quindi non serviva a niente) e che Western andava splittata in due.

Se uno volesse banalizzare, potrebbe dire 1) ritmo 2) melodia 3) armonia... 17 anni per capire questa ovvietà, invece non è proprio così, fate attenzione. Armonia, ritmo e melodia ci sono in ogni tipo di musica che non sia eccessivamente sperimentale, anche una serie dodecafonica è una melodia in questo contesto, è "chi comanda" che fa la differenza, il ruolo ed il tipo di armonia, ritmo e melodia che fanno la differenza fra 1, 2 e 3. 

In James Brown e Nile Rodgers,  che sono i musicisti su cui ho costruito la categoria 1, ci sono armonie raffinatissime, accordi di settima, nona, tredicesima... ma è il groove che è l'architettura portante della musica.

E il punk hardcore ed il metal, musiche molto complesse dal punto ritmico sono molto spesso 2. La differenza fra 1 e 2 non è la presenza del ritmo, ma la differente funzione dei ritmi africani e ritmi europei. Se il ritmo disegna un senso circolare del tempo (domanda e risposta) abbiamo 1, se disegna un senso lineare, orizzontale del tempo, abbiamo 2.

Il mio sistema copre anche la musica sperimentale, concreta, fatta solo di timbri per esempio (è molto spesso 2, si ascolta in senso orizzontale). 

E la musica classica propriamente detta, quella common practice del repertorio di teatro?

Beh, storicamente il passaggio da 2 a 3 è stato graduale, volendo semplificare c'è stato un prima di Monteverdi in cui si faceva soprattutto 2 ed un dopo Beethoven in cui si faceva soprattutto 3. 
Sono i due musicisti spartiacque, in mezzo in base all'autore o alla singola opera poteva prevalere una tecnica o l'altra. Diciamo che un ascoltatore "medio" di musica classica potrebbe essere forte nella 2 o nella 3 e la 1 a malapena sa che esiste (o meglio sa che esiste, ma istintivamente pensa sia di scarso valore).

Ed eccoci quindi qui...

Chiudo questa prima fase con un omaggio ai Dream Theater, gruppo rock fra i più talentuosi degli ultimi 30 anni e disprezzati dalla critica e dal pubblico, ma a cui ho poco da rimproverare se non il fatto che il cantante oramai ha perso la voce.

Fate pure tutte le domande che volete in coda ai post, mi sono fatto una cultura di css e html per rendere i commenti fruibili anche da mobile, anzi ora il sito è proprio progettato per tablet e cellulari.

Io sono il primo "studente" del mio metodo, per cui frequento spesso queste pagine.

Gli esercizi e gli appunti che pubblico sono soprattutto per la mia personale fruizione, metterli online non costa niente...

Il sito è rimasto misto bilingue perché ci sono molti visitatori dall'estero e mi è sembrato giusto fornire almeno un riassunto delle cose più importanti.

Ho inserito solo due libri (Aaron Copland e Alex Ross) come testi ufficiali del blog, ma per un lettore italiano la "Breve storia della musica" di  Massimo Mila ed la storia del jazz di Arrigo Polillo/Franco Fayenz penso siano dei classici da avere.


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